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Lucas x Bree x Alycia x Orion

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    anònim
    La ferita che si era procurato alla Caulfield nel giorno della fuga, sembrava esser ormai un vecchio ricordo: Alycia era stata brava a controllarla periodicamente e lui - nonostante fosse particolarmente strano affermarlo - s'era rivelato un'ottimo paziente. La cosa non faceva che stonare, soprattutto agli occhi di chi poteva conoscerlo, eppure l'unico sgarro che Lucas aveva fatto - almeno fino a quella mattina - era stata la passata improvvisata al Crashdown Café, culminata - infine - da una brutta decisione a cui soltanto dopo pochi giorni era tornato a pensare.
    Diversamente da ciò che si poteva sostenere, l'ibrido non credeva d'esser ancora nel torto: continuava ad appoggiare la propria scelta, così come Orion sosteneva la sua... ma doveva ammettere che adesso almeno lo capiva. Comprendeva il suo punto di vista ma non riusciva a condividerlo. Fosse stato per il fratello avrebbe dovuto prestare attenzione all'intero gruppo e non soltanto ad Alycia - a quanto pareva significava dar importanza alle giuste priorità (palesemente il gruppo, nel pensiero del ragazzo) - ma Lucas non era dello stesso avviso. Loro erano in cinque ed Alycia (che avrebbe dovuto abbandonare il locale da sola) una. Loro avevano i propri poteri (sì, anche il piccolo di Sarah, che già in quegli anni vantava un controllo ben saldo su questi ultimi), lei soltanto la sua intelligenza e le sue gambe, armi che purtroppo - nell'improvvisata del lavoratore della Caulfield - non sarebbero state in grado di salvarle facilmente la vita. Se non sarebbe morta nel mentre, sarebbe sicuramente stata ferita...
    E Lucas non voleva che accadesse: aveva un debito nei suoi confronti - più di uno in realtà - e sì, diamine, si era affezionato a lei e vederla in difficoltà soltanto perché aveva scelto di stare al loro fianco era l'ultima cosa che desiderava.
    Come aveva già sostenuto in altre occasioni, Alycia non meritava di soffrire, né tanto meno d'esser colpita malignamente. Era troppo pura... troppo generosa e dolce perché conoscesse atrocità del genere.
    Però una cosa doveva ammetterla: la decisione presa al Crashdown non era stata prettamente giusta, lui era pur sempre un leader ed agendo in quel modo avrebbe potuto far pensare agli altri di aver preferenze... non che non fosse vero, dopotutto l'avevan capito tutti - tranne i diretti interessati - quel che provava per l'umana, ma lasciare ogni cosa per correrle dietro non era una decisione che avrebbe preso un leader. Un leader pensava al gruppo ... all'intero gruppo... non al singolo.
    Quel che però gli altri potevano aver dimenticato (in questo caso Orion, visto che né il piccolo e né Sarah si erano lamentati), era che proprio per il gruppo, un leader doveva pensare anche al singolo e soprattutto, doveva fare affidamento alle proprie emozioni e sensazioni... al proprio istinto... ed il proprio istinto gli stava urlando di correre da lei.
    Comunque erano passati diversi giorni da quel momento ed adesso, l'intero gruppo - tranne Sarah ed il piccolo che riposavano al rifugio -, stavano camminando per la cittadina alla ricerca di qualcosa da mangiare e metter sotto i denti. Il Crashdown era off limits: non sarebbero tornati almeno fino a quando non avrebbero capito se fosse sicuro, perciò avevano scelto di recarsi altrove. Stavano ancora camminando quando s'imbatterono nel Rings of Saturn. Lucas sbirciò con discrezione all'interno e poi indicò l'insegna agli altri due al proprio fianco. - Che ne dite? Tentiamo? domandò aspettando il parere dei ragazzi.

    lucas "luke" strahl [ sheet ]
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    Dopo la brutta disavventura al Crashdown Cafe, il gruppo di fuggiaschi avevano scelto di restare al sicuro tra le pareti dell’Ufo Center. Il rischio però, era quello che potessero sentirsi come rinchiusi da una prigione all’altra: chiusi in quatto mura, di nuovo in gabbia.
    Alycia sapeva bene che il motivo principale era lei: era lei l’anello debole, quella senza poteri né molta forza fisica. Conosceva abbastanza il cuore buono di Lucas da sapere che non avrebbe rischiato di metterla in pericolo di nuovo…a meno che non l’avesse chiesto lei. Quindi, da un paio di giorni aveva espresso a Lucas il desiderio di mangiare un buon piatto di pasta fingendo che la sua paura, la paura di rivedere qualche suo collega in giro, o direttamente Hoyt con tutte le possibili conseguenze, non esistesse. Voleva solo che almeno per una sera, lui si sentisse libero.
    Se non era amore questo…
    E ora eccoli lì, davanti a un ristorante che prometteva bene almeno dall’esterno. Le brontolò lo stomaco.
    -Per me va benissimo- disse, alzando la mano come per votare a favore. Si era legata i capelli in uno chignon disordinato e aveva tolto gli occhiali di cui spesso aveva bisogno a lavoro in favore di un paio di occhiali da sole, oltre a aver sostituito gli abiti formali di cui si era ormai sbarazzata con un bel paio di jeans e un top.
    La ragione sa molte cose, ma la follia ne sa una più grande.
    Alycia Ergüçlü [ sheet ]
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    PAZZESCA.
    Una giornata pazzesca, era anche poca da descrivere a parole.
    Ero arrivata in anticipo a lavoro, già questo era di per sé, pazzesco. Non ero mai arrivati in anticipo da nessuna parte, benché meno a lavoro, luogo dove tendevo ad arrivare allo scoccare di orologio, o anche in ritardo. Era un bene esser stata col figlio del proprietario, chiudevano entrambi gli occhi, quando succedevano ritardi. Oddio... non che facessi così tanto ritardo, questione di una decina di minuti. Oggi, mi ero svegliata presto, avevo fatto una corsetta intorno all'isolato e poi ero andata a farmi una breve docc... okay, la smetto di sparare cavolate. Ho provato a fare una corsetta sul posto, cosa che mi ha fatto capire, che non faceva per me. Ci tenevo che il mio fiato da ottantenne restasse tale... ma la doccia era vera.
    Una volta uscita, mi ero sbrigata, dovevo arrivare e... fare qualsiasi cosa, tranne che farmi vedere lì in anticipo. Non sia mai, che mi facessero iniziare prima del dovuto. Già che dovevo andare in giro, per il negozio, con un uniforme simile, mi faceva pentire di alzarmi ogni giorno.
    Oltretutto, dovevo allenare i muscoli facciali al sorriso. Dovevo stendere le guance e rilassarle... un allenamento non da poco.
    Quindi, arrivata quasi davanti al negozio, mi fermai e controllai nella mia borsetta, se avevo una sigaretta. Lo so... so cosa pensate, non avrei dovuto fumare, e non è che lo facevo... avevo con me, un pacchetto vuoto e ogni tanto lo annusavo, così cercavo di far passare la voglia di fumo per un po'... o anche per sempre. Sempre sperare. Abbassai lo sguardo, per porlo sulla mia mise, qualcosa di così leggero, che avrei fatto prima ad indossarlo in spiaggia, quando sarei andata al mare, sempre se ci avrei mai messo piede. Da molto tempo, o meglio da qualche settimana, avevo iniziato ad avere sempre caldo. Avevo letto che venivano chiamate, vampate di calore.
    Scossi la testa e mi focalizzai sulla finestra... Jeffry aveva iniziato a sistemare i tavoli e a prendere le prime ordinazioni.. ma perché, col Crashdown qui vicino, venivano da noi? Sapevamo che gli anelli di saturno, da noi, facevano davvero schifo? Meglio non pensarci... forse più tardi, sarei riuscita a fare una capatina al Wild Pony, un po' di cocktail e qualche amicizia leggera, erano sempre state un soccasana. Sbuffai e mi diressi verso l'ingresso. Meglio non pensare alla serata in arrivo, forse se ero fortunata, prima entravo e prima me ne sarei potuta andare. Entrai dall'ingresso, nemmeno fossi una cliente, cosa che mi fece guadagnare già la prima occhiataccia della giornata lavorativa.
    Sapevo che non sarebbe stata l'ultima. Era risaputo, che avevo il record di occhiatacce, ma che potevo farci? Sorrisi di rimando. Il primo sorriso finto della giornata. Mi diressi subito sul retro, per cambiarmi, non che ci mettessi tanto, ma dovevo farmi una specie di coda e mettere il ridicolo cappellino... non vedevo già l'ora che finisse la giornata.
    Non essere triste, non mi hai perso per sempre, se vorrai rivedermi, ti basterà guardare in fondo al cuore, tra i cattivi pensieri
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    La voglia di passare una mattinata all'insegna della tranquillità aveva solleticato il pensiero del ragazzo sin da quando s'era svegliato... eppure sembrava che il fato non fosse dalla sua parte: come a frantumare il suo sogno - infatti - Orion fu costretto a tornare al quartier generale, affermando che era sorto un problema e che nessun altro sarebbe riuscito a risolverlo sennon sé stesso. Cose tecnologiche, probabilmente: lui non ci capiva un piffero perciò ci aveva rinunciato in precedenza.
    Lucas avrebbe voluto passare del tempo anche con suo fratello ma forse, adesso che lo guardava allontanarsi, capiva che non era il caso. Forse il destino aveva deciso di essere dalla sua parte, dandogli del tempo per pensare... non soltanto a lui ma ad entrambi.
    Ma sì, probabilmente è così... pensò nello stesso istante in cui tornò a guardare la vetrina del ristorante, spostandosi - successivamente - sul volto stanco ed affamato di Alycia, la sua unica e vera salvezza.
    - Pronta? domandò sorridendole apertamente, per poi prendersela sotto braccio e ridacchiare divertito. - Stà sempre con me e non allontanarti. le disse ancora, certo che - effettivamente - non c'era nulla di cui preoccuparsi (almeno non apparentemente)... ma si sà gli uomini sono furbi e Lucas voleva averla più vicina. Era - per caso - un sacrilegio ammetterlo? Beh forse... fino a quando non sarebbe stato certo di esser abbastanza per lei, sicuramente non si sarebbe fatto avanti. Per niente... ma questo non significava frenare i propri impulsi. O almeno non del tutto.
    Scosse il capo maledicendosi per i pensieri fin troppo stupidi che gli stavano passando per la mente.
    Entrando nel ristorante, Lucas si guardò intorno e sospirò: c'eran già diversi clienti, non molti - questo sì - ma doveva ammettere che eran stati fortunati ad essersi presentati a quell'orario... almeno potevano giovare di un tavolo libero!
    - Aspettiamo che vengano loro o ci sediamo? domandò indeciso il ragazzo, spostando lo sguardo sulla scienziata al suo fianco.

    lucas "luke" strahl [ sheet ]
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    Quando Lucas la prese sottobraccio, Alycia fu attraversata da un brivido lungo la schiena. Le faceva sempre questo effetto la sua pelle calda contro la sua, un effetto che non aveva mai provato prima con nessun uomo. Non che avesse una grande esperienza di uomini, appuntamenti e roba simile, giusto qualche uscita al college poi finita nel disinteresse totale.
    -Hai forse paura che mi rapiscano gli alieni?- disse, con un sorrisino ironico per poi scoppiare a ridere. Sapeva bene come era finita l’ultima volta che erano usciti, e sapeva che nessuno era completamente rilassato come all’apparenza.
    Entrarono nel locale, e subito Alycia passò in rassegna chi vi era dentro e le uscite più vicine: era ormai tristemente abituata a essere una fuggitiva. In ogni caso, nessuno badò a loro più di tanto, ognuno preso a giocherellare con il cellulare in attesa dell’ordine o a strafogarsi di patatine.
    L’ex scienziata individuò un tavolo vicino a un’uscita di sicurezza, una posizione strategica in caso di fuga, e lo indicò a Lucas.
    -Io direi di sederci lì- propose. Lo trascinò quindi con se’, facendo strada agli altri. Come sempre, si sistemò vicino a lui e iniziò a sfogliare il menù in attesa di un cameriere.
    La ragione sa molte cose, ma la follia ne sa una più grande.
    Alycia Ergüçlü [ sheet ]
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    Dopo quella giornata, che era stata stranissima.
    Non avevo più incontrato quei nuovissimi amici... oddio, anche se chiamarli amici, era strano. Potevo affermare, con assoluta certezza, che solo uno, e mezza, poteva essere mio amico. Di certo quel tizio, Orion, che aveva una scopa infilata chissà dove, non sarebbe mai stato mio amico, anche se era stato relativamente simpatico. Tenendo conto, che avevo sempre considerato, le persone più strane, simpatiche.. non dovevo meravigliarmi, che lo avessi ritenuto simpatico.
    Mi scrollai di dosso, la sensazione di esser osservata, non ci voleva molto a capire perché. Il mio capo, alias osservatore segreto, mi stava tenendo d'occhio perfino mentre mi cambiavo. Chissà... voleva forse controllare che non avessi niente di nascosto? Una terza gamba? Sbuffai e mi girai verso di lui, per affrontarlo. - Sai che queste, potrebbero esser considerate molestie, vero? - gli chiesi, incrociando le braccia al petto. Non sembrava nemmeno dispiaciuto.
    Se non tenessi così tanto a casa mia, e ai soldi che mi servivano, lo avrei mandato al diavolo... anche se, lo mandavo comunque al diavolo. Gli feci il dito medio e continuai a cambiarmi. L'odore che c'era in cucina, non mi piaceva nemmeno un po'. Nausee mattutine? Perché le chiamavano mattutine, se poi duravano quasi tutto il giorno? Non potevano semplicemente chiamarle: nausee no-stop?
    Sbuffai e presi il mio taccuino del giorno. Prima di uscire in sala, dove c'erano già due persone, che sicuramente non potevano andare altrove, sentii la voce del mio capo. Oddio farmi rimproverare per averlo mandato a quel paese. Dovevamo proprio iniziare così? Non poteva almeno fare un sorriso o qualcosa del genere? - Parliamo dopo! Ci sono due persone... - dissi, uscendo velocemente, ero sicura, che se avesse iniziato a parlare, lo avrebbero sentito anche sulla luna. Non si conteneva. Un tipo di così... impulsivo e passionale, non lo avevo mai incontrato prima. O forse, ma i fumi dell'alcool mettevano tutto sotto sopra.
    - Salve! Benvenuti al Rings of Saturn! Che cosa vi portiamo di bu... oh ma che cavolo! Che ci fate qui??? - avvicinandomi al tavolo, sapevo con certezza, che cosa dire loro, un bel sorriso, una frase fatta... speravo nelle mance. Certo non immaginavo che ci sarebbero stati Tizio e Tizia... anzi no. Com'è che si chiamavano? Dovetti lambiccarmi il cervello per trovare i loro nomi: Lucas, il mio nuovo migliore amico - di cui mi ero perfino scordata il nome, ma vabbeh, un bene che non fosse nella mia testa - e Alycia - scordato anche il suo nome, ma aveva ancora degli splendidi capelli e uno splendido trucco. In barba alle buone maniere, incrociai le braccia al petto e li studiai - mi state forse seguendo? - avrei dovuto tenere la voce bassa, perché sentii dalla cucina il mio nome, in modo ben poco lusinghiero.
    Alla fine del turno, avrei dovuto mettere il turbo sotto i piedi, già immaginavo la strigliata che aveva in programma per me.

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    Hai forse paura che mi rapiscano gli alieni? A quell'affermazione Lucas non poté fare a meno di ridacchiare, unendosi alle risate della ragazza che aveva al suo fianco. Ironicamente era proprio quello il problema che stava riscontrando: aveva paura... non degli alieni - no, per niente - bensì della Caulfield e dei suoi violenti operai... ma non ne avrebbe fatto parola, non voleva rivangare quel brutto incontro al Crashdown. E poi era certo che lei lo sapesse. - Scherzi?! E' ovvio, sei la cosa più preziosa che ho. Gioco in difesa. asserì mentre l'avvicinava di più a sé, questa volta anche per il semplice gusto di farlo e di respirare il suo profumo.
    Era inutile nasconderlo - ma anche ripeterselo, visto che lo stava facendo da un bel po' ormai - ma Alycia le piaceva, se ancora non aveva fatto altro era sinceramente perché dubitava che la sua presenza potesse essere un bene per lei. Ma per averla vicina... beh avrebbe fatto di tutto.
    Comunque... la seguì dentro il locale, appoggiando anche la decisione d'occupare uno dei tavoli vicino all'uscita di sicurezza: era importante esser prudenti, questo l'aveva imparato a proprie spese. Sospirò, accennando un piccolo sorriso e poi sedette, spostando anche lui lo sguardo sul menù preso in ostaggio dalla ragazza.
    - Ah! Sto morendo di fame... tu cosa prendi? domandò successivamente, prima d'esser interrotto dall'arrivo di una cameriera dalla parlantina e timbro vocale per niente sconosciuto. Inarcò un sopracciglio ed alzando lo sguardo rimase colpito nel vedere Brii davanti a loro. - Secondo te ha capito che siamo noi? domandò ad Alycia nel mentre la bionda parlava. - Io dico di no, non ci sta nemmeno fissando... continuò prendendola in giro, per poi ridacchiare non appena la "malcapitata" li riconobbe.
    Mi state forse seguendo? Lucas rise divertito: alla fine era contento di averla vista, avere a che fare con Brii era come avere a che fare con sé stesso al maschile... e lo sapevano tutti che Lucas Strahl era fantastico. Scosse il capo
    - Certo! La nostra prossima mossa sarà rapirti: non abbiamo ancora deciso se convincendoti ad uscir fuori o meno. La cosa non mi ispira: che ne dici se io distraggo i presenti facendo un'attentato a... quel signore che ci guarda... ed indicò un gradasso che davvero li stava fissando
    - ...e tu la stordisci e la porti dietro il locale? Vedi: sei anche vicina. terminò indicando l'uscita d'emergenza.
    Rise ancora per poi scuotere un'altra volta il capo. - E' sempre un piacere rivederti, Bri, come stai? Noi moriamo di fame, cosa ci consigli? domandò successivamente.

    lucas "luke" strahl [ sheet ]
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    Mentre sfogliava il menù (era piuttosto abitudinaria nelle sue scelte e lo sfogliava per abitudine) ripensò alle parole di Lucas. L’avevano sorpresa non poco: sei la cosa più preziosa che ho. Era rimasta lì per lì senza parole, e ora ne era sicura, si sarebbe lambiccata il cervello cercando di capire cosa intendesse.
    -Pensavo a un bell’hot dog con tanto ketchup- disse, poi si bloccò vedendo la cameriera, dal volto familiare. Statisticamente, quante possibilità c’erano che incrociassero di nuovo Bree? Non lo sapeva, aveva sempre odiato gli esami di statistica. Sapeva solo che era lì, di fronte a loro, di nuovo. Aveva attaccato con il solito discorso di benvenuto, detto però con voce monocorde come se non gliene fregasse realmente qualcosa di dar loro il benvenuto al locale. Alycia guardò Lucas e rise, fin quando lei non alzò finalmente lo sguardo e li vide.
    La sua esclamazione giunse con un tono di voce un po’ troppo alto. Alla faccia di tenere un profilo basso, sospirò.
    Come sempre Lucas replicò con la sua disarmante diplomazia. Come si faceva a resistere a quel sorriso?
    -Prometto che stavolta non ti causeremo alcun guaio- aggiunse Alycia, in tono solenne. –Anche se forse lo sei già perché hai gridato, ma quello non è colpa nostra- disse poi, riferendosi al capo che la guardava con sguardo truce.
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    Tra tutti i posti che potevo incontrarli, avevano scelto proprio questo? Possibile che la città fosse così piccola? Certo eda piccola, ma non credevo così tanto. Malgrado il mio mantra, il mio essere, il mio motto o chissà che altro, incrociai le braccia al petto, mettendo il broncio. Odiavo essere impreparata fino a questo punto... e adesso non potevo nemmeno giocare con loro, come al nostro primo incontro. Avevo appena iniziato a lavorare, il capo rompeva l’anima e tutto quanto. Già da dove mi trovavo, sentivo il suo sguardo trafiggermi, quasi mi stesse inducendo a fare qualcosa, anziché stare con le mani in mano... o incrociate. Alzai gli occhi al cielo e lanciai loro un occhiataccia... almeno finche non vidi nuovamente i capelli di Alycia, possibile che fossero diventati ancor più belli, di come li ricordavo? Mi sporsi e le presi una ciocca di capelli, prima di scostarmi e ritornare al mio posto di sguattera...cioè cameriera, tanto stiamo lì. - hai ancora dei capelli bellissimi, sappilo... - Avrei tanto voluto darle qualcosa da mangiare, ma purtroppo non potevo offrirle niente. Dannati ritardi.
    Li guardai per qualche secondo, rivolgendo loro un sorrisetto malizioso. - quindi... abbiamo un appuntamento tra le mani? - Chiesi loro, lanciando occhiate continue ad entrambi. Perché non scordiamoci, che l’ultima volta c’era anche Orion, un bambino e un’altra persona... oddio erano una bella comitiva, ed era anche impelagati in chissà che dramma. Avrei tanto voluto saperne di più, ma era davvero complesso.
    Ridacchiai, girandomi leggermente verso le cucine, lanciando un bacio al mio capo, stava davvero sputando fuoco, avrei dovuto fare per forza qualcosa in proposito. - nessun problema... tanto oggi non era giornata... - Segnai la sua ordinazione, per poi fissare Luke, chissà che cosa avrebbe preso... qualcosa di moooooolto salutare e che probabilmente avrebbe avuto la mia saliva sopra, se continuava a prendermi in giro, come ha fatto finora. Non potevo fare di meglio.

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    Pensavo a un bell'hot dog con tanto ketchup. al solo udire quella risposta, il palato di Lucas andò quasi a nozze... un po' meno il suo stomaco, che incominciò a brontolare, facendolo immediatamente ridere fuori controllo.
    - Sto morendo di fame. rispose come per giustificarsi, senza - nonostante tutto - volerlo fare davvero. Cosa c'era - dopotutto - di così strano ad aver fame? Nulla... tra l'altro era dal pranzo della giornata precedente che non mangiava: non aveva cenato perché impossibilitato. E quella mattina s'era svegliato troppo tardi affinché potesse far colazione.
    Quando Bri fece ingresso nel loro campo visivo, Lucas non poté fare a meno di prenderla un po' bonariamente in giro: le piaceva quella ragazza, aveva sempre la battuta pronta... certo, poteva sembrare un po' troppo ironica (di quell'ironia cruda e nera)... ma dopotutto era una brava ragazza e quello era l'importante.
    Anche se quella volta sembrava molto più seccata del solito. Quindi... abbiamo un appuntamento tra le mani?
    ...più seccata del solito e curiosa, oltre ad esser parecchio fuori luogo.
    Il ragazzo ridacchiò piano e scuotendo leggermente il capo non poté fare a meno di mordersi il labbro inferiore, osservando Alycia di sottecchi. Voleva proprio vedere cosa le avrebbe risposto... non poteva dir certamente tutto lui, no?! No?
    ...tanto oggi non era giornata...
    - Mmmm lo dicevo che eri più acida del solito. Ad un certo punto ho anche pensato che ci fosse Orion con noi, altrimenti non si spiegava. inclinò il capo di lato e si prese giusto un momento per guardarsi intorno, come per appurarsi che il fratello non fosse realmente lì vicino. - Brutta giornata? domandò subito dopo, questa volta senza infrastrutture nel tono della voce o viso. - Comunque un hot dog con tanto ketchup - e maionese - anche per me. riferì infine, permettendole di fare il suo lavoro.

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    Bree a volte era ironica, ma anche sincera: apprezzò molto il complimento sui capelli, anche se in realtà non faceva nulla di speciale per averli così. Semplicemente fortuna?
    -Quindi... abbiamo un appuntamento tra le mani?-
    Quando era imbarazzata Alycia aveva la brutta tendenza a riempirsi di chiazze rosse, e in quel momento immaginò che doveva averne ovunque. Al contrario Lucas non sembrava turbato, almeno non all'apparenza. Non aveva pensato a quello come a un appuntamento, all’inizio anche Orion doveva andare con loro poi aveva dovuto assentarsi urgentemente…quindi si erano ritrovati da soli all’improvviso, e capiva come potevano apparire agli occhi della gente: una coppia.
    -Se è un appuntamento, non era stato programmato. Il tuo amico Orion ha dovuto rinunciare al pranzo all’ultimo minuto- rispose quindi in modo diplomatico. –Poi non vedo candele o luci soffuse- aggiunse poi, e si chiese come avesse potuto fare una battuta così infelice. Presa dal panico, cercò di sviare il discorso.
    -Se il tuo capo è di cattivo umore e dovesse trattarti male, puoi dircelo e faremo qualcosa- disse quindi, per solidarietà femminile. Anche se le sembrava una tipa che sapeva cavarsela da sola, e anche con molta inventiva. Lo aveva già dimostrato la prima volta che si erano incontrati.

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